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Asp di Crotone, cinque sigle sindacali contestano il nuovo Atto aziendale – Il Crotonese
CROTONE – Una dozzina di osservazioni critiche vengono sollevate da cinque sigle sindacali della sanità sul nuovo Atto aziendale recentemente proposto e presentato dal commissario dell’Asp di Crotone, Monica Calamai. Il documento che regolerà il funzionamento futuro dell’Azienda sanitaria provinciale, presenta “incongruenze strutturali, organizzative e normative” a giudizio Cgil-Fp, Fials, Fvm, Sinafo e Anaao-Assomed.
Le quattro sigle sindacali del comparto sanità, hanno scritto al commissario straordinario dell’Asp, Calamai, e per conoscenza anche al direttore del dipartimento Salute della Regione Calabria, per “segnalare una serie di gravi criticità contenute nella proposta di Atto aziendale attualmente in fase di approvazione. Tale documento – spiegano – per molteplici aspetti, appare non conforme ai principi normativi, assistenziali, economici e di trasparenza, rischiando di compromettere l’efficienza, la sostenibilità e la coerenza dell’architettura aziendale. Il tutto in evidente contrasto con quanto previsto dalle ‘Linee guida per l’adozione degli Atti aziendali’”.
La prima contestazione riguarda la “costituzione dei Dipartimenti” che secondo le sigle sindacali “avviene senza tener conto dell’omogeneità funzionali e specialistica delle strutture accorpate, in palese violazione dei riferimenti normativi”. Ma figura nell’elenco delle osservazioni critiche anche “il caso della medicina nucleare”, poiché nel nuovo Atto aziendale vi è “l’ennesima riproposizione della Unità operativa complessa (Uoc) di Medicina nucleare, nonostante il servizio risulti chiuso da anni e la disattivazione non sia mai stata formalmente comunicata alla Regione Calabria”. “Nessun commissario straordinario – aggiungono – ha finora affrontato il problema della riattivazione della struttura, chiusa da circa sei anni, con evidenti ricadute negative sull’assistenza ai malati oncologici, costretti a rivolgersi ad altre Asp o al privato”.
Tra i punti contestati, appaiono anche i servizi specialistici “ignorati e declassati”, l’accorpamento ritenuto “irregolare delle farmacie territoriale e ospedaliera”, l’assetto amministrativo ipotizzato dell’Asp “similare a quella di un Hub” che mostra “incoerenza con la classificazione Spoke dell’azienda” in particolare su alcuni servizi essenziali come il 118 che “resta ancora privo di autonomia funzionale”.
Figurano nelle osservazioni anche “l’esclusione del Cup dall’organigramma aziendale”, il “declassamento dell’unità operativa (Uo) di Malattie infettive”, l’omissione della “istituzione degli incarichi di funzione ex coordinamenti delle professioni sanitarie” nelle Unità operative semplici dipartimentali (Uosd), “una serie di gravi illegittimità giuridiche circa la scelta e l’autonomia del direttore del Distretto”, la rete ospedaliera riguardo l’emergenza-urgenza, i criteri di valutazione dei dirigenti.
Le organizzazione sindacali chiedono, inoltre, se l’Atto aziendale “sia stato sottoposto all’esame del Collegio di direzione” e con quale esito e se dalla Conferenza dei sindaci siano arrivati pareri o altre proposte. Cgil-Fp, Fials, Fvm, Sinafo e Anaao-Assomed, infine, chiedono “con urgenza” la “revisione complessiva dell’Atto aziendale”, la “valorizzazione delle strutture realmente operative e strategiche”, “l’avvio di un confronto trasparente con sindacati, operatori, ordini professionali” e gruppi di interesse e il rispetto “delle competenze della contrattazione decentrata”.
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